Roma – Un’agguerrita azione legale, scatenata presso una corte federale di Seattle da un gruppo di utenti legati agli ambienti software di Windows Phone 7. Una class action contro le presunte attività di tracciamento di Microsoft, che avrebbe sfruttato la sua applicazione per videocamera al fine di rastrellare le informazioni geolocalizzate relative a svariati dispositivi mobile.
Un’attività ovviamente silente, sostanzialmente priva di un esplicito consenso da parte degli utenti dell’OS mobile Windows Phone 7. A confermarlo è stato l’esperto in sicurezza informatica Samy Kamkar, che ha sottolineato come i vari device provvedano alla trasmissione di dati relativi alla longitudine/latitudine dell’esatta posizione di un possessore di smartphone.
Lo stesso Kamkar è stato chiamato a testimoniare dagli avvocati assoldati nella class action contro il gigante di Redmond, per dimostrare a livello pratico le presunte attività illecite di WP7. Pare che il sistema di tracciamento – rastrellati anche i cosiddetti ID unici dei vari device – funzioni al di là dell’eventuale disattivazione manuale della feature per l’invio dei dati geolocalizzati.
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