Gli esperti: «il web dà dipendenza». La prossima edizione del DSM conterrà la voce “Internet Addiction Disorder”

La cover di Newsweek

Internet ci sta facendo diventare matti. L’ultimo esempio di follia legata al web è il creatore della campagna Stop Kony – quella contro il generale ugandese che sfrutta i bambini soldato. Il video di Jason Russell in pochi giorni ha fatto il giro del mondo e i suoi account Twitter e Facebook sono stati letteralmente presi d’assalto. Lui è stato sveglio per giorni interi oer rispondere e rimirare il suo successo, finché ha dato letteralmente di matto, è sceso per le strade di San Diego completamente nudo gridando frasi senza senso. «Psicosi reattiva», hanno diagnosticato i medici che l’hanno preso in cura. Poi, come terapia, un mese di silenzio sul web.

COME IL CAMBIAMENTO CLIMATICO – A dedicare una copertina a uno dei problemi dei nostri tempi, ossia alla dipendenza da web, («E’ una piaga come il cambiamento climatico», ha detto una docente di farmacologia di Oxford) è il settimanale statunitense Newsweek. Titolo azzeccatissimo: «iCrazy». Secondo alcuni studi, l’eccessiva dipendenza dal web è ormai una patologia simile all’alcolismo o alla depressione. «Il computer è una specie di cocaina elettrica», spiega il direttore dell’Istituto di neuroscienza dell’università di Los Angeles Peter Whybrow. E ancora, il candidato al premio Pulitzer Nicholas Carr, autore di The Shallows, scrive: «È la nostra ossessione, la nostra dipendenza e la nostra fonte di stress». Secondo altri studi, un eccessivo uso di Internet potrebbe aumentare il rischio di contrarre la sindrome ADHD (quella che dà problemi di apprendimento e difficoltà di concentrazione e che si cura con il Ritalin, per intendersi). Ma la correlazione è ancora tutta da dimostrare. Per alcuni studiosi di Taiwan ad aumentare la dipendenza sono i telefonini, come gli iPhone. Un’ossessione compulsiva ci porterebbe a guardare continuamente lo schermo del nostro smartphone, a controllare se qualcuno ci ha mandato un messaggio su Facebook o su Twitter. Come se ci stessimo facendo una dose, insomma.

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