10:43 – Quasi 27mila sudcoreani hanno deciso di unire le proprie forze e di intentare una class-action contro Apple colpevole, come già emerso nei mesi scorsi, di raccogliere e conservare dati sensibili dei possessori di iPhone. Capitanati dallo studio legale Miraelav, chiedono 25,2 milioni di dollari di risarcimento, poco meno di mille dollari a testa.

Non è la prima volta che la Corea del Sud attacca il colosso di Steve Jobs. Seoul, come ricorda melablog.it, aveva recentemente comminato all’azienda di Cupertino una multa, piuttosto simbolica, di quasi 3mila dollari.

Il motivo per cui i cittadini sudcoreani hanno deciso di rivolgersi agli avvocati va ricercato nella già svelata abitudine del sistema operativo mobile di Apple, iOs, di memorizzare gli spostamenti di tutti coloro che, in tasca, avevano un iPhone, uno dei telefoni cellulari più diffusi nel mondo. Solo la versione 4.3.3 del sistema operativo risolse il problema.

Da Cupertino, quartier generale della società di informatica, si guarda con apprensione alla class-action sudcoreana. Non tanto per l’entità dell’eventuale risarcimento, ingente ma sostenibile da un’azienda che ha più di 70miliardi di dollari di liquidità, quanto per il rischio emulazione. Se anche in altri Paesi i possessori di iPhone decidessero di unire le forze potrebbero essere guai.

Leggi l’articolo su: Tgcom